Induzione dell'ipnosi

Ipnosi

Per indurre uno stato ipnotico esistono vari metodi; ogni operatore tende ad utilizzare maggiormente quello che più si addice alle proprie attitudini e alla propria personalità. Secondo Granone tutte le tecniche induttive avrebbero un comune denominatore, cioè quello di esaltare la suggestionabilità individuale, attutendo il controllo e i poteri di critica del paziente , in modo che egli possa accettare tutte le idee enunciate dall'operatore. Questo corrisponderebbe con l'esaltare le funzioni dell'emisfero cerebrale destro, immaginativo, creativo, artistico, con la sorveglianza quiescente del sinistro, emisfero della logica della critica, del linguaggio articolato. I diversi metodi avrebbero inoltre in comune il fatto di provocare tutti il fenomeno del monodeismo suggestivo, per cui l'attenzione del soggetto si concentra su una sola rappresentazione mentale, la quale imponendosi nella coscienza, si attua secondo il suo contenuto in movimento, in sensazione, in immagine.

[Nota: Franco Granone ipnotista (1911-2000). E' stato per decenni primario neurologo all'ospedale di Vercelli. Per tutta la vita, sviluppa un'intensa attività di ricerca clinica e di divulgazione sull'ipnosi. È forse il più visibile degli ipnotisti italiani nel Novecento, anche per il fatto di avere messo in piedi negli anni '80 una scuola che, con dei corsi introduttivi, ha diffuso la disciplina suggestiva presso centinaia e centinaia di professionisti del nostro Paese, nell'ultimo quarto del Novecento. A tale diffusione ha contribuito anche il Centro (Italiano) di Ipnosi Clinica e Sperimentale (CIICS), che Granone stesso ha fondato nel 1979 e che ha presieduto più o meno per tutta la vita.]

Un problema frequente sembra essere il fatto di non riuscire a provocare in soggetti diversi dei gradi di ipnosi paragonabili e in uno stesso soggetto degli stati di ipnosi simili in differenti occasioni. Secondo Erickson queste difficoltà dipendono dal fatto che l'ipnosi è basata su rapporti inter e intrapersonali, che sono incostanti e variano secondo le reazioni di una data personalità a ogni sviluppo ipnotico. Inoltre ogni singola personalità è unica e i suoi quadri di comportamento spontaneo e responsivo variano necessariamente in rapporto al momento, alla situazione, agli scopi del caso e alle personalità che vi prendono parte. Da ciò e tenendo conto della difficoltà di standardizzare dei fattori come i rapporti inter e intrapersonali, ne risulta evidente la futilità di una tecnica ipnotica rigida. Dunque , per questo autore, la base di una tecnica ipnotica corrisponde con la consapevolezza e la necessità di tenere conto delle variabilità del comportamento umano.

Ipnosi

La letteratura è ricca di relazioni su tecniche di induzione ipnotica basate sull'uso di apparati tendenti a limitare e restringere il comportamento del soggetto, a provocare affaticamento, come sfere di cristallo tenute ad una certa distanza dagli occhi, specchi rotanti, metronomi, luci lampeggianti, ecc. In questo modo si da troppa importanza ai fattori esterni e alle risposte che vi da il soggetto. Invece, prima di tutto, si dovrebbe insistere sul comportamento intrapsichico del soggetto piuttosto che sui suoi rapporti con l'esterno. Nel migliore dei casi , uno strumento è solo un aiuto incidentale, da scartare il più presto possibile in favore dell'utilizzazione del comportamento del soggetto, che può essere iniziato ma non sviluppato dagli apparecchi.

Un esempio è una sperimentazione in cui, un certo numero di soggetti, venne sistematicamente allenato da un ipnotista competente a sviluppare una trance per mezzo della fissazione visiva su di una sfera di cristallo tenuta ad una distanza di 15 cm. e un po’ sopra il livello degli occhi dei soggetti. In conseguenza di tale condizionamento, risultarono difficili, e in qualche caso inefficaci i tentativi di ipnotizzarli senza usare la sfera di cristallo. Un 'altra sperimentazione con tali soggetti rivelò che fare semplicemente immaginare di fissare una sfera di cristallo, determinava non solo una più rapida induzione di trance, ma anche degli stati più profondi. Il ritorno alla fissazione reale del cristallo, diede luogo alle trance originali più lente e meno profonde, caratterizzate da una maggiore dipendenza dai fattori esterni. Anche altri esperimenti effettuati, in cui dei soggetti esperti osservavano dei pendoli silenziosi o ascoltavano una musica sommessa o dei metronomi, hanno mostrato che gli aiuti immaginati sono molto più efficaci di quelli reali.

Ancora, secondo Erickson, un'altra considerazione importante da fare sull'induzione di una trance riguarda l'apprezzamento del fattore tempo. Secondo la tradizione infatti, la forza mistica di uno sguardo come quello dell'occhio d'aquila è sufficiente ad indurre l'ipnosi. Inoltre in letteratura si può trovare l'affermazione che un periodo di tempo fra due e cinque minuti è sufficiente per indurre le profonde modificazioni neuro e psicofisiologiche dell'ipnosi. Questi sarebbero in realtà concetti, fondati sulla erronea convinzione della immediata onnipotenza delle suggestioni ipnotiche; ciò ha impedito di apprezzare il fatto che il comportamento responsivo del soggetto ipnotizzato, così come avviene per la persona non in ipnosi, dipende anche dal fattore tempo. Dunque spesso ci si aspetta che il soggetto in ipnosi, in pochi istanti, riorienti se stesso completamente, sia psicologicamente che fisiologicamente, e che esegua compiti complessi.

I soggetti in realtà, variano in relazione ai requisiti di tempo, e questi a loro volta variano secondo il tipo di comportamento richiesto, e anche secondo il quadro di riferimento in quel momento. Per cui ad esempio , alcuni soggetti che possono sviluppare rapidamente delle allucinazioni visive possono invece aver bisogno di un tempo relativamente lungo per sviluppare delle allucinazioni auditive. La presenza di un certo stato d'animo può facilitare o ostacolare alcune risposte ipnotiche. Delle considerazioni incidentali possono interferire con lo sviluppo di fenomeni ipnotici di solito possibili per il soggetto.

In conclusione, la variabilità dei soggetti, l'individualità dei loro bisogni generali e immediati, le loro differenze circa i requisiti di tempo e di situazione, l'unicità delle loro personalità e capacità, rendono impossibile ogni procedimento assolutamente rigido. L'importanza nell'induzione dell'ipnosi, del rapporto fra soggetto e operatore è stata messa in risalto anche da altri autori come Chertok, il quale sostiene che la tecnica dell'ipnosi si fonda su un certo numero di procedimenti obiettivi, intendendo per questi le azioni esercitate a livello sensomotorio, la cui efficacia è però condizionata da fattori soggettivi ossia quelli che appunto, si stabiliscono nel rapporto interpersonale soggetto-operatore.

Ancora, Granone reputa fondamentale, ogni qual volta si voglia indurre uno stato ipnotico, basare la propria tecnica sulla particolare personalità del soggetto, sui suoi bisogni e sui suoi desideri, valendosi anche delle risposte e del suo atteggiamento all'istante dell'induzione senza mai opporvisi. Nell'induzione della trance, l'ipnotista dovrebbe evitare di dirigere o di piegare il comportamento del soggetto per adattarlo al suo concetto di come il soggetto 'dovrebbe' comportarsi, ma invece vi dovrebbe essere una costante minimizzazione del ruolo dell'ipnotista e un costante ampliamento del ruolo del soggetto.


Si può citare un esempio: un soggetto volontario, una donna, dopo una discussione generale sull'ipnosi, espresse immediatamente il desiderio di entrare in ipnosi. Le fu proposto di sciegliersi la sedia e la posizione che le sembrava più comoda. Appena accomodata in maniera soddisfacente disse che desiderava fumare una sigaretta. Gliene venne data subito una, ed essa si mise a fumare indolentemente, osservando pensierosamente il fumo che si sollevava.. Con un tono di conversazione l'autore fece delle osservazioni riguardanti il piacere di 26fumare, di stare a guardare le volute di fumo, il senso di facilità nell'atto di portare la sigaretta alla bocca, l'intimo senso di soddisfazione che derivava dall'assorbirsi completamente nell'atto di fumare comodamente, senza sentire il bisogno di badare a qualche cosa esterna. Dopo qualche momento l'autore fece altre osservazioni casuali sull'inalare e sull'espirare, sincronizzando queste parole con la respirazione del soggetto; poi altre ancora sulla facilità con la quale poteva quasi automaticamente sollevare la sigaretta alla bocca e poi riabbassare la mano verso il bracciolo della sedia. Anche queste osservazioni furono sincronizzate con il suo effettivo comportamento. Presto le parole 'aspirare', 'espirare', 'sollevare', 'abbassare', acquistarono un valore di condizionamento di cui essa era inconsapevole a causa del carattere apparentemente conversativo delle suggestioni.

Altre suggestioni casuali vennero date allo stesso modo, facendo coincidere con i movimenti delle palpebre le parole 'sonno', 'sonnolento', e dormire. Prima di finire la sigaretta, essa aveva sviluppato una leggera trance. Le venne poi data la suggestione che poteva continuare a provare il piacere del fumare mentre dormiva sempre più profondamente; che l'ipnotista poteva badare alla sua sigaretta mentre lei si lasciava assorbire di più e sempre più completamente nel sonno profondo; e che mentre dormiva, avrebbe continuato a provare la sensazione piacevole e soddisfacente di fumare. Il risultato fu una soddisfacente trance profonda. In seguito essa venne presentata in diverse occasioni a gruppi di studenti di medicina come soggetto volontario con il quale potevano esercitarsi. Il suo comportamento fu lo stesso che aveva tenuto con l'autore. Tuttavia alla sua richiesta di fumare una sigaretta gli studenti risposero in modi diversi: alcuni la dissuasero cortesemente dal posporre in tal modo l'induzione della trance, altri si unirono a lei nel fumare, e altri ancora aspettarono pazientemente che avesse finito. Solo dopo che la questione della sigaretta era stata risolta in qualche modo, essa poteva dedicarsi al compito di venire ipnotizzata, ma in ogni caso il risultato fu un insuccesso. Nel corso di una seduta finale, vennero fatti entrare due altri studenti, a ciascuno dei quali era stato spiegato come l'autore aveva utilizzato il comportamento del soggetto, ed entrambi indussero delle trance profonde; dopo di che, seguendo gli esempi che erano stati dimostrati, anche gli altri studenti vi riuscirono.

Questo esempio illustra quanto sia importante che l'ipnotista adatti alle attività comportamentali del soggetto, qualsiasi tecnica intenda impiegare. Sarebbe stato un errore interpretare quel desiderio di fumare del soggetto come una resistenza attiva all'induzione della trance; era invece l'espressione di una reale disposizione a collaborare, ma in un modo che coincidesse con i suoi bisogni. Come tale doveva essere utilizzato piuttosto che essere sopraffatto o abolito come una resistenza.

L'apparente resistenza attiva che si riscontra nei soggetti, molte volte non è altro che la precauzione inconscia di mettere alla prova la buona volontà dell'ipnotista di incontrarli a metà strada invece di tentarli di forzarli ad agire completamente secondo le sue idee. Il procedimento più soddisfacente per aggirare e superare la resistenza del paziente consisterebbe dunque nell'accettarla e utilizzarla così come ogni altro tipo di comportamento dato che, se usati correttamente possono tutti favorire lo sviluppo dell'ipnosi. Ciò può essere fatto esprimendo le suggestioni in maniera tale che una risposta positiva o una negativa, o l'assenza della risposta, siano tutte definite come comportamento responsivo. D’accordo con questo tipo di impostazione risulta essere anche Granone, il quale sostiene appunto che l'arte dell'ipnosi sta nell'intervenire al momento opportuno , con la suggestione adatta al soggetto e alla circostanza; tenendo conto della cultura e del temperamento dell'ipnotizzando, del suo grado di resistenza e di suggestionabilità, e della sua progressiva passività e quiescenza agli ordini.

Per cui, per l'induzione all'inizio conviene approfittare anche delle eventuali resistenze opposte dal soggetto, facendo credere a questi che le sue risposte sono sempre quelle attese, in questo modo si può più facilmente ottenere che le suggestioni dell'operatore si attuino.

di Francesca Padrevecchi.
Alcuni libri che trattano l'argomento:


About ultime dal web

ultime dal web