Il Risveglio della Kundalini
Quando
pratichiamo il Kundalini Yoga è molto importante seguire le
particolareggiate e dettagliate istruzioni degli esercizi nel modo
più preciso possibile. Dobbiamo attenerci esattamente alla durata
prevista per l’esercizio, alla modalità dell’esecuzione, alle
indicazioni date per il respiro e alla sequenza dei singoli
movimenti.
Inoltre
è importante indossare abiti comodi, che non stringano e scegliere
il luogo adatto alla pratica. Dovremmo cercare di evitare ogni
fattore di disturbo, come rumori o interruzioni da parte di altre
persone. Per trasformare il nostro stato di coscienza, tutta una
serie di sistemi fisiologici ed energetici devono essere stimolati e
coordinati tra di loro. Soltanto allora è possibile conseguire un
successo sistematico e duraturo.
Gli
esercizi e le meditazioni riassunti negli yogakriya comprendono tutte
le tecniche necessarie, ben armonizzate tra loro, grazie alle quali
possiamo esercitare un influsso sottile sulle diverse energie del
corpo materiale e del corpo energetico.
Dovremmo
perciò sforzarci di eseguire bene e in modo preciso ogni esercizio,
per quanto ci è possibile. Il nostro cuore e la nostra anima devono
partecipare alla pratica fisica. Non bisogna in alcun caso
tralasciare o cambiare delle parti di esercizi, o tralasciare le
pause di rilassamento.
Questo
non soltanto pregiudicherebbe il successo desiderato ma, nella
maggior parte dei casi, impedirebbe completamente il suo
conseguimento.
Per
iniziare: il richiamo dell'energia divina nel Sé
Ogni
sequenza di esercizi inizierà con il canto del mantra: «Ong namo,
guru dev namo». La parola “ong” è una variazione della sillaba
sacra Om o Aum, che sta per Shiva, il polo non manifesto, immobile o
“maschile” di Brahman. Il polo opposto, dinamico, “femminile”,
Shakti, l’energia primordiale divina, viene definito dalla sillaba
“ong”, qui utilizzata.
“Namo”
ha la stessa radice della parola indiana “namaste”. “Namaste”
è una forma di saluto riverente, usata normalmente.
Riassumendo,
“ong namo” significa: “Saluto l’energia creatrice divina che
abita in me!”.
Il
concetto di “guru dev” sta per Brahman, nella sua qualità di
guida e di maestro divino, che deve condurci al nostro vero Sé. Con
il “namo” conclusivo si saluta anche questa componente
dell’energia cosmica. In questo modo si crea un collegamento con
l’autentico nucleo divino interiore e l’energia cosmica che abita
in noi sarà libera di dirigere la nostra azione nel modo giusto.
Cantare
il mantra all’inizio della pratica è un atto meditativo, di
raccoglimento interiore, che ci aiuta a dimenticare per un momento
ciò che è accaduto durante la giornata, a distaccarci da quegli
avvenimenti, e ci introduce al lavoro tranquillo, concentrato, sul
corpo e sulla mente.
Meglio
ancora se lasciamo trascorrere alcuni minuti di silenzio prima del
canto del mantra, una pausa dedicata al raccoglimento interiore e al
riposo del corpo, per poi entrare nello spirito della pratica
successiva attraverso le “parole sacre”.
La
postura adatta, da assumere nella fase del raccoglimento e per il
canto, è la posizione seduta a gambe incrociate (vedere da p. 66 per
ulteriori istruzioni).
Come
lo recitiamo
Siamo
seduti molto comodamente a gambe incrociate e con la colonna
vertebrale eretta. Le mani sono giunte davanti al petto.
I
palmi delle mani sono distesi e uniti (vedi il mudra della preghiera
p. 70), e i polsi vengono premuti contro lo sterno all’altezza del
cuore.
Gli
occhi sono chiusi, li concentriamo sul sesto chakra, il punto tra le
sopracciglia. In questa posizione possiamo cantare il mantra iniziale
in due modalità:
In
due respiri. Inspiriamo profondamente dal naso e lungo tutta
l’espirazione cantiamo «Ong namó», finché abbiamo esaurito il
fiato inspirato.
La
pronuncia sarà quindi molto allungata e corrisponderà all’incirca
a questa rappresentazione grafica: «OOOOnnnnng namóooo». Dopo una
breve inspirazione cantiamo la parte restante del mantra: «Guru dev
namó». Anche qui il canto si prolunga lungo tutta l’espirazione,
allungando le parole nel modo seguente: «Guru deeeeev namóoooo».
Manteniamo l’ultima nota il più a lungo possibile.
Fino
alla parola “dev”, che si canta su una nota leggermente più
alta, utilizziamo per tutto il mantra la stessa nota, un tono che ci
sia congeniale.
In
un respiro. Inspiriamo profondamente dal naso e lungo tutta
l’espirarzione cantiamo «Ong namo guru dev namo».
La
pronuncia sarà circa «Oonnng namó guru devvv namó». Durante il
canto e mentre manteniamo le note lunghe, l’aria che stiamo
espirando deve vibrare leggermente a livello del palato e del seno
paranasale frontale, in modo che ne risulti una leggera risonanza e
una pressione corrispondente nella zona del sesto chakra.
Ripetiamo
il mantra per tre volte, come saluto alle energie divine universali
che abitano in noi, e iniziamo poi, dopo una breve pausa di
raccoglimento, con gli esercizi di volta in volta prescelti.
Estratto
dal libro "Il risveglio della Kundalini".